Quella del narrare è un'arte nata millenni fa con una connotazione attiva: si raccontavano storie per tramandare esperienze e regole sociali, affinché i posteri potessero trarne vantaggi e continuare ad arricchire il bagaglio condiviso. La figura del saggio del villaggio in questo senso si sovrapponeva a quella del cantastorie e aveva un ruolo primario nella società dell'epoca.
Che si trattasse del capo-villaggio davanti a un falò, di un'anziana filatrice intenta a filare insieme alle compagne più giovani o del bardo davanti alla corte riunita, chi assumeva il ruolo di narratore dava il via a una sorta di staffetta il cui testimone era composto dalla storia stessa: grazie alla struttura per certi versi rigida del racconto, che le rendeva più facilmente memorizzabile e al contempo modificabile, la fantasia dei narratori originari generavano una nuova spinta creativa negli ascoltatori che sarebbero diventati a loro volta narratori.
Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti. [G. K. Chesterton]
Purtroppo in tempi recenti ci siamo trasformati in ascoltatori passivi delle storie. Che si tratti di canzoni, film, fumetti o serie televisive i fruitori si limitano ad ascoltare o guardare lo svolgersi del racconto, manca poi il passaggio del raccontare ad altri quanto sperimentato, magari con addirittura una rielaborazione: ci si è dimenticati che narrare significa anche mettere insieme immagini, musica, gesti, emozioni in una trama da cui viene fuori un tessuto che connette le persone tra loro e in cui ciascuno entra e trova il suo filo.
Attualmente il nostro quotidiano poggia sulla velocità: la velocità con cui ci appropriamo di ciò che ci serve e quella con cui ci liberiamo di quanto non ci serve più. Tutto deve essere già pronto, per accelerare i tempi.
Fino a cinquant’anni fa c’era ancora la tradizione di raccontare fiabe, aneddoti, poemi. Più la storia era lunga e più si poteva stare con gli adulti ad ascoltare. C’era una ricerca del significato. Adesso al massimo si lasciano i bambini soli a guardare le storie attraverso narratori virtuali.
C’è enorme differenza tra le immagini che vediamo con gli occhi e quelle che invece si formano nella mente perché qualcuno ci racconta delle cose. L’immagine può essere anche un racconto e la sua narrazione nutre il senso critico. Non a caso Bruner afferma che il narrare rinnova la vita sociale perché permette la continua “negoziazione dei significati”. Lo sviluppo del pensiero critico parte dalla consapevolezza e dalla capacità di decentrarsi per ascoltare attivamente.
L’esperienza del racconto inizia da bambini, quando si entra in relazione con i tanti mondi della fantasia e dell’immaginazione ed è importante continuare a nutrire questo aspetto più creativo del nostro vivere per mantenere saldo il nostro tessuto sociale, e nel caso ricostruirlo rendendolo funzionale e costruttivo. Solo accendendo a quelle parti della nostra storia personale che sono state fondamentali nella definizione delle persone che siamo diventati potremo rieducarci al piacere del raccontare e ridare valore alla nostra storia personale, non più subalterna ai grandi racconti hollywoodiani ma degna di essere tramandata alla famiglia in primis e in seguito al resto della comunità.
Ed è proprio questo lo scopo del corso "L'importanza di raccontare - Dalla fiaba all'autobiografia per costruire nuove reti sociali", una serie di 6 incontri di 2 ore ciascuno in cui rieducarsi al piacere del racconto. Ogni appuntamento sarà un piccolo laboratorio in cui attraverso lo studio di un diverso tipo di narrazione conosceremo un po' di più di noi stessi e della nostra società e impareremo a raccontarci all'altro. Questi gli argomenti che tratteremo:
L’origine del racconto: miti e leggende - Come e perché sociale del racconto mitologico
Favole e Fiabe: le regole del vivere civile e le istruzioni per diventare adulti
Eroi, missioni e viaggi: decostruire il racconto fantastico per raccontare noi stessi
I topoi letterari: evoluzione dei temi del racconto dalle origini al giorno d’oggi
L’autobiografia: struttura e importanza dell’autobiografia per conoscere se stessi e farsi conoscere all’altro
I nuovi mezzi narrativi: come cinema, TV e fumetti rileggono la nostra realtà
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