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Immagine del redattoreMarco Poli

La saggezza nel cambiamento: la Vipassana come supporto al Counseling

All'interno della Vipassana, emergono tre forme di saggezza: la saggezza basata sull'apprendimento (suta maya pañña), la saggezza intellettuale (cinta maya pañña) e infine la saggezza basata sull'esperienza personale (bhavana maya pañña). Queste rappresentano diverse sfaccettature della saggezza e possono essere collegate ai concetti di sapere, saper fare e saper essere nel counseling.

Gli insegnamenti della Vipassana, l'apprendimento di teorie psicologiche o l'acquisizione di conoscenze pratiche sono tutti esempi di "suta maya pañña."

1. Suta Maya Pañña

"Suta maya pañña" è spesso tradotto come "saggezza basata sull'apprendimento." Questa forma di saggezza deriva dalla conoscenza acquisita attraverso la lettura e/o l'ascolto della saggezza altrui. Nel contesto della Vipassana, questo rappresenta il "sapere" nel counseling. È il punto di partenza per la crescita personale. Gli insegnamenti della Vipassana, l'apprendimento di teorie psicologiche o l'acquisizione di conoscenze pratiche sono tutti esempi di "suta maya pañña." Questa forma di saggezza corrisponde al processo di acquisizione di informazioni e comprensione di base che è fondamentale nel counseling.

2. Cinta Maya Pañña

La "cinta maya pañña" è la saggezza derivata dalla riflessione e dalla contemplazione. È il "saper fare" nel counseling. Dopo aver acquisito il "suta maya pañña," questa forma di saggezza si concentra sull'applicazione pratica del sapere acquisito. Nella Vipassana, la cinta maya pañña si manifesta quando un praticante riflette profondamente sulle proprie esperienze, emozioni e modelli di pensiero. Analogamente, nel counseling, i clienti applicano le conoscenze acquisite per risolvere problemi, prendere decisioni consapevoli e affrontare sfide quotidiane. Questo è il passo successivo per tradurre la conoscenza in azione.

3. Bhavana Maya Pañña

La "bhavana maya pañña" è la forma più profonda di saggezza nella Vipassana, la saggezza acquisita grazie alla propria esperienza ed è assimilabile al concetto di "saper essere" nel counseling. Questa saggezza deriva dalla pratica meditativa continua e dalla trasformazione della coscienza che portano il praticante a diventare esso stesso la pratica; in altri termini il meditatore impara a praticare attivamente la meditazione a livello inconsapevole, spontaneo. Nella Vipassana, la bhavana maya pañña si sviluppa attraverso l'esperienza diretta dell'osservazione della mente e del corpo. Questa pratica porta a un cambiamento profondo nella percezione di sé e del mondo. Nel counseling, il "saper essere" rappresenta la capacità di vivere in modo consapevole e autentico, di essere in armonia con se stessi e con gli altri. La bhavana maya pañña è ciò che guida i clienti a trasformarsi e a diventare individui più equilibrati e consapevoli.

Integrando queste prospettive, sia la Vipassana che il counseling possono contribuire a una vita più consapevole, equilibrata e significativa

Il counseling fornisce le basi di conoscenza (suta maya pañña), aiuta i clienti a tradurre questa conoscenza in azione concreta (cinta maya pañña) e promuove una trasformazione profonda che porta a un modo di essere più consapevole e autentico (bhavana maya pañña). Integrando queste prospettive, sia la Vipassana che il counseling possono contribuire a una vita più consapevole, equilibrata e significativa. Tuttavia, il percorso di cambiamento richiede anche una comprensione profonda di altri concetti fondamentali, come "anicca" (impermanenza), "anatta" (assenza di sé) e "dukkha" (sofferenza), che emergono dalla pratica della Vipassana.


La relazione tra queste due prospettive diventa chiara quando consideriamo come anicca, anatta e dukkha influenzino il processo di cambiamento nel counseling. La consapevolezza dell'impermanenza (anicca) ci insegna che nulla è stabile e che le difficoltà che affrontiamo sono temporanee. La conoscenza di "anatta" ci spinge a sfidare le nostre idee rigide di identità e a riconoscere che siamo in continua evoluzione. Infine, l'accettazione della sofferenza (dukkha) ci incoraggia a cercare aiuto e supporto quando ne abbiamo bisogno e a trattare le sfide con compassione.


1. Anicca (Impermanenza)

Il concetto di anicca rappresenta l'idea che tutto è impermanente. Niente nel mondo materiale o mentale è costante; ogni cosa è in continua evoluzione e trasformazione. Nella Vipassana, i praticanti imparano a osservare l'impermanenza attraverso la meditazione, riconoscendo che le sensazioni, le emozioni e i pensieri vengono e vanno. Questa comprensione profonda dell'anicca può essere applicata al counseling. I clienti imparano a riconoscere che le situazioni difficili o le emozioni negative sono temporanee e cambieranno. Questa prospettiva può portare ad una maggiore resilienza e tolleranza nel gestire i problemi, poiché si comprende che nulla è eterno.

2. Anatta (Assenza di Sé, non-io/non-mio)

L'idea di anatta riguarda l'assenza di un sé permanente e immutabile. Nella Vipassana, i praticanti esaminano attentamente la natura dei loro pensieri, emozioni e sensazioni per vedere che non esiste un "io" stabile. Nel counseling, il concetto di anatta può essere applicato riconoscendo che l'identità delle persone è complessa e soggetta a cambiamenti. Questa prospettiva può aiutare i clienti a superare rigidità e autovalutazioni negative, poiché comprendono che possono evolversi e adattarsi alle sfide e alle esperienze.

3. Dukkha (Sofferenza)

Dukkha rappresenta la sofferenza o la disuguaglianza intrinseca alla condizione umana. Nella Vipassana, si insegna a riconoscere la sofferenza causata dal nostra attaccamento o dalla nostra avversione alle cose impermanenti e alla falsa identificazione con il sé. Nel counseling, il concetto di dukkha può essere collegato alle sfide e alle difficoltà che le persone affrontano nella loro vita. Questa comprensione della sofferenza può essere un'ispirazione per cercare aiuto e supporto nel counseling e affrontare i problemi in modo costruttivo.

Il collegamento tra Vipassana e counseling è evidente quando si considera come questi concetti buddhisti possono supportare il percorso di cambiamento nei clienti

Il collegamento tra Vipassana e counseling è evidente quando si considera come questi concetti buddhisti possono supportare il percorso di cambiamento nei clienti. La pratica della Vipassana offre agli individui una comprensione profonda di come affrontare l'insicurezza, la paura e la sofferenza, riconoscendo l'impermanenza, l'assenza di sé e la natura intrinseca della sofferenza nella vita. Nel counseling, questi principi possono guidare i clienti verso una maggiore consapevolezza di sé, una maggiore tolleranza nei confronti delle difficoltà e una maggiore capacità di affrontare le sfide con equanimità.


In sintesi, l'approccio della Vipassana alla comprensione di anicca, anatta e dukkha offre un quadro utile per il counseling. Questi concetti aiutano i clienti a vedere le loro esperienze in modo diverso, incoraggiandoli a esplorare il cambiamento, la crescita e la riduzione del disagio. Integrando queste prospettive, sia la Vipassana che il counseling possono contribuire a un percorso di cambiamento e sviluppo personale più completo e significativo.

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