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Immagine del redattoreMarco Poli

Cosa fai a Capodanno? (ma anche "a Natale, S. Valentino, compleanno, ecc.")

In questo periodo a chi non è capitato di chiedere o sentirsi chiedere questa domanda? L'altro giorno mentre si parlava proprio di questo, mi è stato chiesto se per me fosse così importante festeggiare l'arrivo del nuovo anno, se non fosse un qualcosa di inutile, forzato e commerciale. Un punto di vista interessante di certo, ma che non trova il mio appoggio. Secondo me festeggiare non è solo importante, ma è una necessità. E non vale solo per il Capodanno, ma per tutte quelle feste e celebrazioni che costellano la nostra vita.

C'è un concetto tibetano che trovo perfetto per spiegare l'importanza che do alle celebrazioni, il concetto di bardo. Il bardo può essere tradotto come un intervallo tra due istanti, in particolar modo tra una vita e quella successiva, o tra la morte e la successiva rinascita. Anche gli intervalli tra il sonno, la meditazione e la veglia corrispondono a dei bardi. Si tratta insomma di una soglia che si attraversa, di una transizione che da uno stato ci traghetta a un altro. Da questo punto di vista ogni festeggiamento può essere visto come un bardo, in quanto attraverso la festa stiamo fissando un momento specifico che funge da passaggio verso qualcosa di nuovo che sopraggiunge al tramontare del vecchio. San Silvestro è il momento perfetto per tirare le somme di quanto realizzato nel corso degli ultimi 365 giorni, di quanto ancora ci sia da realizzare, per rendersi conto di cosa vogliamo portarci nel nuovo anno e di cosa invece è arrivato il momento di lasciarci alle spalle, consapevoli che ricordare il passato e riflettere sul futuro sono azioni importanti, ma solo nella misura in cui ci aiutano ad avere a che fare con il presente.




Nel titolo ho nominato anche altre feste, e se per alcune è chiaro il riferimento al "passaggio", come per esempio nel compleanno, in altri casi è meno evidente. "San Valentino è una festa commerciale, si dovrebbe amare l'altro 365giorni all'anno", "la Festa della Donna è superata: le donne vanno rispettate sempre, non solo in un giorno" "sono ateo e quindi il Natale per me non è una festa vera" queste sono solo alcune delle frasi che vengono usate per svalutare vari tipi di celebrazione e ciascuna di esse trascura il non piccolo dettaglio che ogni festa rappresenta un momento di passaggio per rinforzare l'attenzione su un certo aspetto della nostra vita, per renderci più consapevoli a riguardo e infine portarlo in superficie nella nostra coscienza. E ciascuno di questi aspetti è al di là di una particolare religione o credo, è qualcosa di archetipico che permea la società e lo faceva già secoli fa.

Per esempio Natale non è sempre stato il celebrare la nascita di Cristo e tuttora non rappresenta solo questo. Natale era prima il Sol Invictus, il festeggiare la vittoria della luce sulla tenebra delle notti più lunghe dell'anno, e non per niente nella tradizione ebraica nello stesso periodo si festeggia la Festa della luce, Hanukkah.


Quindi allontaniamo lo Scrooge che c'è in ciascuno di noi e diamoci il permesso di attraversare il bardo, insieme a chi amiamo, non perché dobbiamo farlo, ma perché è importante per renderci persone più consapevoli e auspicabilmente più felici.

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